La videointervista al direttore editoriale de “il Giornale”, Vittorio Feltri, sopra riportata, è in risposta a quanto avvenuto sul caso Marcegaglia-il Giornale.
La notizia ha qualcosa di incredibile. La Procura della Repubblica di Napoli si è mossa con tanto di consulenti tecnici informatici per l’esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro a carico del direttore responsabile (Sallusti) e del vicedirettore (Porro) del quotidiano “il Giornale” a seguito di alcune intercettazioni telefoniche che, a parere della Procura, evidenzierebbero gli estremi della violenza privata (art. 610 c.p.) là dove sarebbe stata minacciata la pubblicazione di uno o più articoli diretti a colpire l’immagine della Marcegaglia attraverso una campagna stampa aggressiva, per via delle dichiarazioni che in più occasioni avrebbe reso in qualità di Presidente di Confindustria contro l’azione di Governo (es. 1 – 2).
Il resoconto scritto nell’articolo redazionale del Corriere della Sera, dal titolo “Minacce alla Mercegaglia, persuisita la sede del quotidiano il Giornale“, illustra bene i particolari. Consiglio di leggerlo con molta attenzione, per chi volesse capire bene cosa sta accadendo.
Secondo le esternazioni del procuratore Lepore, riportate dagli organi di stampa,
«le perquisizioni sono tese a cercare il dossier che si brandiva contro Marcegaglia: sono state svolte nel massimo rispetto delle regole, abbiamo inviato anche due tecnici informatici per evitare involontarie alterazioni dei dati per non rovinare i computer: il reato ipotizzato è violenza privata»
Si tratta, ovviamente, di operazioni di computer forensics.
La delicatezza della questione impone di prendere in considerazione le opposte posizioni, ma anche un problema che trascende queste ultime e riguarda il delicato equilibrio degli assetti democratici del nostro Paese in un momento politico ed istituzionale – quello attuale – decisamente critico per la storia dell’Italia: gli equilibri tra poteri, il ruolo delle istituzioni e della stampa, la magistratura, il giornalismo, gli industriali e la politica.
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