Nel celebre processo che vede contrapposto Google vs. Vividown innanzi al Tribunale penale di Milano è attesa per l’udienza di oggi (27/01/2010) la lettura del dispositivo della sentenza, leading case italiano in materia di responsabilità del provider.
Per chi volesse ripercorrere su Information Society & ICT Law le diverse fasi del processo a Google, che si è svolto a porte chiuse ( ed anche alcuni argomenti correlati), può leggere i diversi post che vi ho dedicato.
Merita essere ricordato che:
a) si è concluso anche il processo ai ragazzi autori delle vessazioni nei confronti del disabile, processati innanzi al Tribunale dei Minorenni. I reati ravvisati, tuttavia, per l’applicazione dell’istituto della messa alla prova, sono stati dichiarati estinti, come riporta la cronaca locale di Torino, città ove ha sede l’istituto in cui il video è stato girato:
i quattro responsabili di quelle violenze hanno superato la “messa alla prova” decisa dal Tribunale per i Minorenni, dopo aver prestato servizio in centri che si occupano di ragazzi con handicap. Ecco perché i reati di cui erano accusati (violenza privata, ingiurie, minacce) sono stati dichiarati estinti.
b) si apre un nuovo processo (ed è il terzo dopo quello ai ragazzi autori degli illeciti e quello ai dirigenti di Google). Infatti, innanzi al Tribunale di Torino, è stata rinviata a giudizio anche l’insegnante, che ha abbandonato l’aula, consentendo agli alunni rimasti privi di controllo, lo svolgimento dei fatti ormai noti. Come riportato da CronacaQui.it, edizione di Torino, nell’articolo del 15/12/2009, infatti,
“Dopo due richieste di archiviazione presentate dalla procura e altrettante opposizioni a quelle richieste avanzate dalla parte civile, il processo all’insegnante dell’Albe Steiner di Torino, colpevole di non aver impedito le violenze sullo studente disabile della III B, è finalmente approdato in un’aula di tribunale. La prima udienza del procedimento a porte chiuse nei confronti di Anna Mairino, ora in pensione, si è tenuta ieri mattina.
La donna è accusata di concorso omissivo in violenza privata e ingiurie (…).
La famiglia del ragazzino disabile si è costituita parte civile (…).
A rappresentare l’accusa in aula è il pubblico ministero Livia Locci. Il processo si svolge davanti al giudice Flavia Nasi, della quarta sezione penale”.
In tale articolo si precisa che
“(…) nei guai sarebbe finita anche l’insegnante Mairino, colpevole di aver lasciato la classe e di non aver impedito le violenze sul povero Francesco. Attraverso le immagini girate in aula – è la contestazione mossa all’imputata è infatti possibile constatare come l’insegnanti abbandoni la classe proprio nel momento in cui i bulli passano all’azione. Se Anna Mairino fosse rimasta al proprio posto, in aula – prosegue l’accusa -, le violenze ai danni di Francesco non si sarebbero probabilmente consumate. Da quando partono i primi insulti verso lo studente disabile – è ancora il punto di vista dell’accusa – trascorrono circa due minuti prima che l’insegnante abbandoni l’aula. Lei percepisce qualcosa, avverte le frasi indirizzate al povero Francesco. Ma anzichè intervenire in difesa del disabile, si allontana dalla classe”.
Fabio Bravo
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